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Museo Schifanoia
Testimonianza straordinaria dell’epoca rinascimentale, Palazzo Schifanoia è il simbolo della Ferrara degli Este. Completamente riallestito e rinnovato nel 2021, il Museo, oltre ai celebri affreschi del Salone dei Mesi, in 21 sale presenta circa 250 opere tra sculture, dipinti, ceramiche, medaglie e codici miniati che raccontano il ricco patrimonio storico e artistico della città.
ORARI
10.00-19.00 da martedì a domenica
Chiuso il lunedì
Ultimo ingresso 1 ora prima della chiusura
PRENOTAZIONI
Per singoli visitatori e gruppi la prenotazione è consigliata e gratuita
Inaugurato nel 2021, il Museo Schifanoia rappresenta la punta di diamante del sistema museale ferrarese. 850 metri quadrati, 21 sale, 250 opere circa tra sculture, dipinti, ceramiche, oggetti preziosi, medaglie e codici miniati. Fulcro del palazzo è il celeberrimo Salone dei Mesi, uno dei più grandi capolavori del Rinascimento europeo.
Incentrato sulla relazione tra contenitore e contenuto, il Museo Schifanoia è un museo moderno che espone il patrimonio storico e artistico consentendo ai propri visitatori di conoscere il ricchissimo patrimonio storico, artistico, archeologico e numismatico di Ferrara.
Il percorso inizia nell’ala trecentesca: le prime sale contestualizzano il palazzo nel tessuto urbano e ripercorrono la storia del collezionismo che ha determinato la nascita del Museo Civico nel Settecento. Attraverso l’esposizione di ceramiche di raccolta e di scavo viene poi raccontata la vita quotidiana degli Este nella fase più antica di uso del palazzo, per poi focalizzarsi sulla figura di Leonello e sulla nascita dell’umanesimo a Ferrara. Dopo aver ammirato da vicino i frammenti di pitture murali trecentesche che decoravano quest’ala, la visita prosegue al piano nobile. Attraversato il Salone dei Mesi, le sale successive, riccamente decorate, documentano le età di Borso e di Ercole I d’Este e la straordinaria fioritura artistica e culturale della corte ferrarese, fino ad arrivare alla fatidica data del 1598, anno in cui il potere estense viene sostituito da quello pontificio. I numerosi mutamenti determinati dal cambio dell’autorità cittadina sono al centro della narrazione nelle ultime sale, collocate al piano terra, in cui numerosi dipinti sacri raccontano la Ferrara barocca, mentre le istanze classicistiche, civiche e illuministiche tipicamente settecentesche trovano una perfetta sintesi nell’esposizione di alcuni significativi oggetti della collezione del cardinale Gian Maria Riminaldi. Padre spirituale del Museo Civico, Riminaldi con la sua idea di “museo didattico” per la città, ricco di oggetti e testimonianze del passato, chiude in modo simbolico il percorso riallacciandosi alla nascita stessa dei Musei Civici raccontata nella prima sala.
L’intero percorso è poi fruibile anche grazie all’ausilio dell’app Museum Mix che permette di accedere a curiosità, foto inedite e altri contenuti per rendere la visita più completa, ricca e coinvolgente
LA STORIA
La costruzione di Palazzo Schifanoia è collocabile intorno al 1385, anno in cui Alberto V d’Este, marchese di Ferrara, avviò numerosi cantieri in città tra cui la perduta residenza di Belfiore e Palazzo Paradiso, oggi sede della Biblioteca Ariostea. Il Palazzo venne costruito all’estremo comparto nord est delle mura cittadine con la funzione di “delizia”, luogo destinato al riposo, allo svago e al divertimento della casa d’Este. Dopo una prima modifica del Palazzo nel 1391, un importante ampliamento venne realizzato da Borso d’Este a partire dal 1466, quando il futuro duca di Ferrara, grazie all’architetto di corte Pietro Benvenuto dagli Ordini, decise di aggiungere un piano al preesistente corpo di fabbrica. Centro di questo nuovo elemento edilizio era lo straordinario Salone dei Mesi alla cui decorazione avevano lavorato importanti pittori guidati dall’umanista Pellegrino Prisciani.
Un ultimo ampliamento del Palazzo insieme ad un generale ammodernamento decorativo fu infine realizzato sotto Ercole I d’Este che affidò il progetto all’architetto Biagio Rossetti. Morto Ercole, l’edificio fu oggetto di numerosi passaggi di proprietà: venne concesso dapprima a suo fratello Sigismondo, poi al fratello di Alfonso I, Francesco, e infine alla figlia di questi, Marfisa.
Gli ultimi anni del Cinquecento segnarono l’inizio del declino della dimora dapprima con la sua cessione in affitto nel 1582 e poi con la Devoluzione del 1598 e raggiunse il suo apice nel corso del Settecento, quando vennero imbiancate tutte le superfici decorate. Solo nel 1820 il pittore e restauratore Giuseppe Saroli riscoprì la prima porzione degli affreschi e completò il lavoro di recupero nel 1840. In pochissimi decenni la delizia tornò ad essere al centro degli studi storico–artistici europei fino a che, nel 1898, divenne sede dei Musei di Arte Antica di Ferrara. Il traumatico evento sismico del 2012 ha infine comportato la necessità di un esteso intervento di recupero architettonico e riallestimento degli spazi espositivi.