Sarcofago degli Aurelii, secondo quarto del III sec. d.C.
Voghenza (Fe)
Lapidario Civico, inv. RA782
Questo monumento è considerato un capolavoro tra i sarcofagi architettonici realizzati a Ravenna nel III secolo d.C., distribuiti per via fluviale fino ai limiti meridionali della regione veneta. Ha dimensioni straordinarie e presenta sulla cassa una struttura architettonica a edicole che inquadra l’iscrizione e le figure dei defunti, i cui ritratti vengono riproposti negli acroteri angolari del coperchio. La loro identità è svelata dall’epigrafe: si tratta infatti dell’ex sottufficiale Marco Aurelio Marino, raffigurato a destra, e della moglie Aurelia Eutichia. Entrambi sono resi con grande realismo: la donna porta sulle spalle uno scialle annodato e presenta una capigliatura molto diffusa nel III secolo d.C. Anche i lati della cassa sono riccamente decorati con una scena di dextrarum iunctio a destra e figure di eroti a sinistra, mentre i lati del coperchio presentano delle teste di Gorgone.
Il sarcofago è stato scoperto nel 1711 a Voghiera e costituisce una delle primissime testimonianze provenienti dal sito romano di Voghenza. È stato trasportato a Ferrara nel 1739 per essere inizialmente posizionato nel lapidario di Palazzo Paradiso.
Trascrizione e traduzione epigrafe:
D(is) M(anibus) / Aur(elia) Eutychia / sibi et M(arco) Aurelio / Marin(o), n(atione) Syr(o) veter(ano) /ex opt(ione) patr(ono) et marit(o) / pientiss(imo) cum(quo) v(ixit) a(nnis) / (quadraginta tribus) ben(e) m(erenti) viv(a) pos(uit) / iub(ente) patrono ex pec(unia) ipsius / Hanc arc(am) si q(uis) post exc(essum) utro / rumq(ue) ap(eruerit) inf(eret) (sestertium) (quiquaginta) m(ilia) n(ummun) fisco
Agli Dei Mani, Aurelia eutichia, a se stessa e a Marco Aurelio Marino, nato in Siria, veterano graduato patrono e marito molto pio con il quale visse 43 anni, che aveva ben meritato, pose da viva (il monumento), secondo la volontà e con il denaro del patrono. Se qualcuno, dopo la morte di entrambi, avrà aperto questo sarcofago, versi al fisco (una sanzione) di 50.000 sesterzi