Niccolò Baroncelli?
(doc. 1434-1453)
Cristo crocifisso, c. 1450
Legno scolpito e intagliato
Museo Schifanoia, inv. OA1731
Riscoperto fortuitamente nel 2003, durante i lavori di restauro della chiesa di San Cristoforo alla Certosa, il grande Cristo crocifisso, è un’opera dalla straordinaria qualità e dalla non comune potenza espressiva. Sebbene sia impossibile ricostruire la provenienza originaria, l’inconsueta lunghezza del torace e delle braccia (riposizionate alla corretta angolatura grazie al restauro del 2007) e l’estensione rimpicciolita degli arti inferiori consentono di ipotizzare una sua collocazione sopra la struttura di un’iconostasi o in un grande altare. Eppure, nonostante il privilegiato punto di osservazione dal basso, perciò distante dall’osservatore, l’intagliatore non ha tralasciato la realizzazione di numerosi dettagli che avvicinano la scultura al Crocifisso bronzeo parte del complesso gruppo della Cattedrale di Ferrara, realizzato tra il 1451 e il 1456 da Nicolò Baroncelli e Domenico di Paris. Come nell’opera del Duomo, anche qui l’umanissima sofferenza di Cristo, a differenza del più composto modello di Donatello per la Basilica di Sant’Antonio a Padova – che certo l’anonimo intagliatore conosceva – è sottolineata dalle vene gonfie di sangue di gambe e braccia. Il Cristo crocifisso è collocabile cronologicamente non troppo distante dal 1454, anno in cui il gruppo scultoreo di Baroncelli e Paris venne messo in opera, e costituisce, insieme al Crocifisso del Seminario ferrarese, una interessante risposta alle composizioni bronzee di stampo padovano.